L’imprenditorialità – i segni
vitali
Ai cercatori del Sacro Graal – sempre più
numerosi – non mancano le definizioni di ciò che è
l’imprenditorialità. Tuttavia il consenso su tale definizione
è sempre più vago. La presente ricerca non intende riprendere
un tema già dibattuto.
Cerchiamo piuttosto di stabilire quali siano le fonti
dell’imprenditorialità e che tipo di contesto famigliare più
facilmente concepirà la prossima generazione di imprenditori.
Cerchiamo dove è più alta la presenza di imprenditori e il
posto ideale che imprenditorialità e imprenditori dovrebbero
occupare nelle aziende attuali e future.
Scopriremo in quale misura nelle aziende l’ambiente è atto
a promuovere l’imprenditorialità, nel senso di quegli
elementi, di quelle strutture e sistemi di cui
l’imprenditorialità si nutre e persino negli atteggiamenti del
management e dello staff.
Infine, fino a che punto l’imprenditorialità è fondamentale
per la sopravvivenza delle persone, dei team, delle aziende e
della società nel suo complesso?
Nell’autunno del 2004, 288 manager e personale di vendita
di tutta Europa sono stati coinvolti in una ricerca di
Krauthammer International mirata a dare risposta a questi
interrogativi. Domande di vitale importanza visto che le
aziende devono essere sempre più agili se vogliono continuare
a creare valore aggiunto per i propri clienti.
Quasi la metà dei rispondenti si occupava di vendita.
Sintesi
Quanto sono comuni gli
imprenditori? Una persona su quattro afferma che il
complesso di conoscenze, obiettivi e risorse riferiti agli
imprenditori è “molto spesso vero”. In generale la ricerca
lascia intendere che circa la stessa percentuale di persone
manifesta tendenze e simpatie imprenditoriali. Da dove viene l’imprenditorialità?
L’imprenditorialità non si trasmette con i modelli di
comportamento. E’ una qualità innata – pur non essendo una
caratteristica genetica. E non è neppure correlata alla
“vita di strada” – l’analogia con il “venditore ambulante”.
Come si alleva un figlio perché
diventi imprenditore? La libertà è uno dei fattori
più importanti per coltivare l’imprenditorialità nel
contesto famigliare. L’imprenditorialità si può coltivare
con la formazione o il training cognitivo e comportamentale.
Come fanno le aziende a mobilitare
la gestione delle opportunità nei team? Secondo la
ricerca, sta venendo a mancare l’imprenditorialità nei team.
In che misura l’ambiente aziendale
attuale è in grado di promuovere l’imprenditorialità?
In un certo senso ha molto in comune con il discorso sulla
famiglia ideale che gli intervistati sceglierebbero per
creare un giovane imprenditore. In nove aziende su dieci
sono più o meno presenti le condizioni necessarie per
stimolare l’imprenditorialità. E nelle aziende è presente
una corrente sotterranea di libertà, supportata da una
significativa presenza di incentivi finanziari. In che misura le infrastrutture dell’azienda
sono idonee per supportare le iniziative
imprenditoriali? I sistemi burocratici rappresentano
l’ostacolo peggiore all’imprenditorialità nelle aziende –
solo un intervistato su dieci crede che i sistemi
strutturali in generale rappresentino veramente un aiuto.
Tuttavia in generale sono relativamente bassi i livelli di
insoddisfazione rispetto alla presenza di infrastrutture
nelle aziende. In che misura le
aziende destinano risorse nelle infrastrutture per
supportare l’imprenditorialità? Sette aziende su
dieci stanno profondendo grande impegno per mantenere o
migliorare leggermente i sistemi strutturali per sostenere
l’imprenditorialità. Solo una su dieci la considera una vera
priorità. Quale è la disposizione
migliore in termini di capitale umano per stimolare e
gestire l’imprenditorialità? Il ‘meglio di entrambi’
tra la libertà imprenditoriale totale e il controllo totale,
è quello che ci vuole nel business. Come reagiscono emotivamente i colleghi nei
confronti delle iniziative imprenditoriali? Il Senior
Management e i colleghi che non fanno parte del team
manageriale provano entrambi un insieme di piacere, supporto
e prudenza nei confronti delle iniziative imprenditoriali.
Le reazioni negative sono rare. Quanti imprenditori la gente vuole vedere nel
proprio ambiente? Nove persone su dieci vorrebbero
che fossero imprenditori il 50% o più della popolazione
aziendale. Più di quanto non accada ora. Uno su cinque crede
che tutti dovrebbero essere imprenditori. Tutti hanno il diritto di essere
imprenditori? I più credono che essere imprenditori
in una struttura corporate sia “un diritto che va
conquistato” – è legato alla posizione nella gerarchia
dell’organizzazione. In che misura
l’imprenditorialità è importante per la
sopravvivenza? Nove persone su dieci credono che
l’imprenditorialità sia vitale o molto importante per la
sopravvivenza dell’intera organizzazione. In generale, otto
persone su dieci sono convinte che lo sarà in generale entro
20 anni.
Imprenditorialità – conoscenza personale,
obiettivi e risorse
Affermazione |
% di chi afferma
'molto spesso vero' |
Mi conosco e so cosa mi appassiona
maggiormente |
41% |
Mi sforzo di affidare le maggiori
opportunità alle persone migliori |
31% |
Conosco e mi sforzo di focalizzarmi su
progetti che creano valore per i clienti e gli azionisti
|
26% |
Conosco il mio talento principale e vi
capitalizzo al massimo |
25% |
Conosco le mie priorità strategiche e mi
sforzo di realizzarle |
21% |
So cosa indirizza le mie risorse
economiche interiori a creare un’elevata redditività |
18% |
Possiedo una rete interna ed esterna
eccellente e le dedico un’attenzione particolare |
17% |
Risposte globali
alle affermazioni |
%
|
Molto spesso vero |
25% |
Spesso vero |
53% |
Qualche volta vero |
19% |
Raramente vero |
2% |
Molto raramente vero
|
0% |
Totale |
100% |
Risultati principali |
Conclusioni |
E’ considerata “molto spesso vera” più di tutte le
altre l’affermazione ‘Mi conosco e so cosa mi appassiona
maggiormente’.
Sono considerate “molto spesso vere” meno di tutte
(da circa il 20% delle persone), le affermazioni:
- ‘So cosa indirizza le mie risorse economiche
interiori a creare un’elevata redditività’
- ‘Possiedo una rete interna ed esterna eccellente e
le dedico un’attenzione particolare’
In generale, il 25% dichiara che tutte le
affermazioni su di loro nel complesso sono “molto
vere”. |
Per fregiarsi della qualifica di
“imprenditori”, bisogna essere dotati di flessibilità.
Ciò significa che un imprenditore sperimenta o attiva
conoscenze e atteggiamenti imprenditoriali in
continuazione – anche quando le circostanze non sono
favorevoli, e pertanto devono essere “molto spesso vere”
tutte le affermazioni su di una persona perché sia con
ragione definita imprenditore. Cosa che, sinceramente,
si può dire di una sola persona su quattro.
I punteggi su reti e economia sono
leggermente sotto la media – e sono certamente due
competenze chiave dell’imprenditorialità.
In termini di gestione di opportunità,
affidare ai migliori maggiori opportunità, 1 persona su
3 o anche meno lo fa “molto spesso” – e questo rivela
che per varie ragioni l’imprenditorialità del team non
viene sviluppata al meglio.
La cosa non sorprende visto che solo il
21% conosce o si sforza di soddisfare le proprie
priorità strategiche. |
Situazioni e reazioni imprenditoriali
Abbiamo chiesto agli intervistati di immaginarsi in una
serie di situazioni che comportavano tanti rischi quante
opportunità e di segnare la casella che meglio rispondeva alla
loro prima reazione istintiva.
Affermazione “immagini di” |
% di chi afferma “molto
stimolante” |
Immagini di avere degli
obiettivi ma nessuna guida per raggiungerli |
21% |
Immagini che i suoi affari
stiano rapidamente perdendo azioni sul mercato |
10% |
Immagini di dover trovare
urgentemente delle opportunità al di fuori della solita
base target |
21% |
Immagini di essere ad un
cocktail-party tenuto da un concorrente indiretto e di
non conoscere nessuno |
9% |
Immagini di avere un incontro
con un nuovo partner in affari. E’ difficile prendere
una decisione |
29% |
Immagini che vi sia stata nel
corso della mattina una notifica di profitto aziendale.
|
7% |
Immagini di negoziare un
progetto importante con un nuovo contatto |
59% |
Immagini che i suoi clienti
chiedano un servizio inconsueto per la sua azienda |
18% |
Immagini di dover convincere i
suoi colleghi ad adattare la logistica al nuovo servizio
|
29% |
Immagini che il servizio debba
essere pronto in due settimane. Il capo è in vacanza |
33% |
Immagini di non avere la minima
idea su come potrebbe reagire il capo |
10%
|
Risposte globali
alle affermazioni |
%
|
Molto stimolante |
22% |
Abbastanza stimolante |
39% |
Neutrale |
26% |
Leggermente inquietante |
11% |
Molto inquietante |
2% |
Totale |
100%
|
Risultati principali |
Conclusioni |
I più stimolanti:
Il 29% ha trovato molto stimolante la situazione
“Immagini di dover convincere i suoi colleghi ad
adattare la logistica al nuovo servizio”
“Immagini di negoziare un progetto importante con un
nuovo interlocutore” (59%)
I più inquietanti :
“Immagini che nel corso della mattina è stato
lanciato un profit warning” (29%).
Immagini che i suoi affari stiano rapidamente
perdendo quote di mercato” (40%).
Il meno stimolante
“Immagini di essere a un cocktail party offerto da un
concorrente indiretto e di non conoscere nessuno (9%)’.
|
Hanno un punteggio alto in fatto di
stimoli, le situazioni in cui si ha un’interfaccia
diretta con il cliente – che si presume comporti una
certa dose di controllo della situazione – e in realtà
una certa libertà di azione. ‘’Immagini di negoziare un
progetto importante con un nuovo interlocutore”
Il lavoro in rete/la negoziazione con il
team “Immagini di dover convincere i suoi colleghi ad
adattare la logistica al nuovo servizio” è la più
stimolante delle situazioni presentate, cosa
rimarchevole visto com’era basso il punteggio sulle reti
della precedente domanda. Questa affermazione riguarda
ovviamente il lavoro in rete interno. Per quanto
riguarda il lavoro in rete esterno, il cocktail party
stimola molto solo una persona su dieci.
Hanno un punteggio basso in fatto di
stimoli, e sono molto inquietanti, le situazioni che
esulano dal controllo diretto dell’intervistato in
relazione a situazioni aziendali – profit warning e
perdita di quote di mercato. E’ interessante notare che
sui profit warning il 43% reagisce in modo “neutrale”.
Siamo cinici, apatici o ci controlliamo molto nei
momenti difficili?
Anche qui – “molto stimolante” – che si
tende ad associare con lo spirito imprenditoriale, se
preso in tutta “la gamma delle situazioni” è vero nel
22% circa dei casi. Quindi detto sinceramente, per 1
persona su 5. |
Fonti di imprenditorialità
Cosa c’è alla radice del carattere imprenditoriale a
livello personale?
Fonte |
% risposte “sì”
|
Talento |
67% |
Training (comportamentale) |
48% |
Istruzione (apprendimento cognitivo) |
45% |
Ambiente famigliare |
40% |
Geni |
24% |
Modelli di comportamento |
21% |
La strada |
18% |
Non lo so |
2% |
I risultati principali |
Conclusioni |
Il 98% delle persone aveva il proprio parere sulle
fonti dell’imprenditorialità.
Il più significativo era il talento – votato da sette
persone su dieci.
E circa metà degli intervistati credeva che fossero
importanti:
- l’ambiente famigliare
- l’apprendimento cognitivo
- il training comportamentale.
Gli altri fattori, come le caratteristiche genetiche,
la strada, i modelli di comportamento, hanno ottenuto
circa la metà di questi punteggi. |
L’imprenditorialità non si trasmette con i
modelli di comportamento, è una qualità innata, un
“talento” – che però i più non considerano una
caratteristica genetica. E non è considerata neppure in
relazione con la “vita di strada” – l’analogia con
“l’ambulante”.
L’imprenditorialità può essere coltivata
da un ambiente famigliare idoneo – che offra istruzione
e training cognitivo e comportamentale (hanno ottenuto
entrambi circa lo stesso punteggio).
Quindi l’imprenditorialità è un insieme di
talento, che per essere galvanizzato al massimo andrebbe
coltivato con il training cognitivo e comportamentale in
un contesto famigliare idoneo. Meno per contatto con
modelli di comportamento o la vita dura.
|
La prevalenza degli imprenditori
Agli intervistati è stato chiesto: “Quale percentuale del
team di cui è a capo o di cui fa parte, ritiene sia un
imprenditore? Quanti si aspetterebbe che fossero?”
Risultati principali |
Conclusioni |
Il 76% degli intervistati considera imprenditore sia
il 25% che il 50% dei propri diretti colleghi. (Di cui
il 46% osservava una prevalenza del 25% e il 30% una
prevalenza del 50%).
Nove persone su dieci credono che la prevalenza sia
del 25% o più.
Nove persone su dieci vorrebbero che fossero
imprenditori il 50% o più dei colleghi.
Una persona su cinque ritiene che tutti dovrebbero
essere imprenditori.
Il 2% non ne vorrebbe affatto. |
Si può concludere in generale che
gli intervistati ambirebbero a vedere un numero di
imprenditori maggiore di quanti non siano attualmente.
Il 21% degli intervistati ritiene che tutti dovrebbero
essere imprenditori.
Il dato di un intervistato su quattro o
uno su cinque che dimostra atteggiamenti, energia e
simpatie imprenditoriali incomincia a essere ricorrente
e continua in tutta la ricerca. |
L’imprenditorialità nel contesto aziendale –
questioni di management
Agli intervistati è stato chiesto fino a che punto
concordassero con una serie di affermazioni relative al
possibile impatto sull’azienda se fosse composta
esclusivamente di imprenditori, al concetto che dovrebbe
esistere un legame diretto tra l’imprenditorialità e la
posizione e l’esperienza, e in che misura tutti i prodotti e i
servizi dovrebbero essere aperti alla sua influenza.
Risultati principali |
Conclusioni |
Oltre metà degli intervistati è pienamente o
parzialmente d’accordo sul fatto che l’imprenditorialità
non dovrebbe riguardare automaticamente ogni prodotto e
servizio.
E’ di parere contrario solo una persona su cinque.
La metà è pienamente o parzialmente d’accordo sul
fatto che dovrebbe esistere un legame diretto tra
imprenditorialità e responsabilità / anzianità di
servizio. Anche in questo caso, è di parere contrario
una persona su cinque.
Quasi tre quarti delle persone crede parzialmente o
totalmente che un’impresa formata semplicemente da
imprenditori mancherebbe di coesione. Uno su dieci crede
che questo non costituisca un problema. |
Molti sono dell’opinione che non a
tutti i prodotti e servizi si debba dare una
interpretazione universale. Per metà pensano che entro
certi limiti l’imprenditorialità si debba concedere solo
a chi ha fatto esperienza e vada correlata a un certo
grado di responsabilità. In altre parole, essere
imprenditori è un “diritto che va guadagnato” – è legato
alla posizione ricoperta nell’organizzazione.
Una persona su cinque si esprime però in
modo uniforme su questo punto – in termini di prodotti e
servizi e tutti i livelli di staff che sarebbe ideale
lasciare liberi di entrare in contatto con
l’imprenditorialità. Tuttavia, quando si affronta il
tema della coesione in azienda, davanti alla possibilità
che tutta l’azienda sia costituita da imprenditori,
emergono risposte più caute.
Un’imprenditorialità definita “sfrenata” è
quella che studia Birkinshaw della London School of
Economics quando approfondisce e elabora un modello
sviluppato da BP per circostanziare quello che potremmo
descrivere come il paradosso del caos e del controllo
(De Wit & Meyer). Nello stesso articolo discute su
di un polo del paradosso, il caso Enron, come esempio di
ciò che può succedere quando si lascia libertà totale
nelle organizzazioni.
Da tutto questo si evince l’esigenza di
una sintesi di qualche genere – quella che potremmo
definire “imprenditorialità disciplinata”.
|
Ambienti imprenditoriali in famiglia
Agli intervistati è stato chiesto di supporre che
l’imprenditorialità si possa coltivare. Qual è secondo loro
l’ambiente famigliare che crea le migliori condizioni? Era
possibile segnare più di una casella e agli intervistati è
stato poi chiesto di scegliere l’elemento che consideravano
più importante in assoluto.
Considerati di
“importanza essenziale” |
%
|
Libertà di creare reti sociali |
82% |
Spazio per identificare e realizzare le proprie
ambizioni |
79% |
Feedback costruttivo |
73% |
Libertà di espressione personale |
66% |
Senso di appartenenza, ruolo apprezzato in famiglia
|
60% |
Un posto sicuro per sperimentare e rischiare |
57% |
Guida e consiglio comportamentale |
39% |
Attività sportiva |
36% |
Elementi materiali (alimenti, abbigliamento, denaro
per le piccole spese) |
20% |
Preparazione universitaria |
20% |
Disciplina e controllo parentale |
14% |
L’elemento più
importante di tutti |
%
|
Spazio per identificare e realizzare le proprie
ambizioni |
39% |
Un posto sicuro per sperimentare e rischiare |
11% |
Libertà di espressione personale |
11% |
Feedback costruttivo |
10% |
Senso di appartenenza, ruolo apprezzato in famiglia
|
9% |
Libertà di creare reti sociali |
8% |
Altro |
4% |
Guida e consiglio comportamentale |
4% |
Disciplina e controllo parentale |
2% |
Elementi materiali (alimenti, abbigliamento, denaro
per le piccole spese) |
1% |
Preparazione universitaria |
1% |
Attività sportiva |
0% |
Totale |
100% |
Risultati principali |
Quando si chiede quale sia il fattore più importante
per educare all’imprenditorialità, il più citato da
oltre un terzo delle persone è stato “Spazio per
identificare e realizzare le proprie ambizioni”.
Oltre a questo fattore, una persona su dieci ha
indicato come fattore più importante “Libertà di
espressione personale” e “Un posto sicuro per
sperimentare e rischiare”.
Quando il gruppo è stato obbligato a scegliere
l’unico fattore ritenuto più importante, (a parte
l’attività sportiva che non è stata scelta affatto),
sono risultati relativamente trascurabili gli elementi
materiali, la preparazione universitaria e la disciplina
e il controllo parentale. Quasi nessuno pensava che
questi elementi fossero importanti. |
Conclusioni |
Le affermazioni riferite alla libertà sono
state nel complesso dichiarate il fattore “più
importante in assoluto” nell’educazione alla
imprenditorialità da più di metà degli intervistati. Li
abbiamo descritti come “Spazio per identificare e
realizzare le proprie ambizioni”, “Un posto sicuro per
sperimentare e rischiare” e “Libertà di creare reti
sociali”. Quindi meno sono gli ostacoli, i parametri e i
controlli imposti e maggiori sono le probabilità che un
figlio diventi imprenditore. A titolo di prova si
potrebbe dire il contrario, ossia che maggiori sono i
parametri e i controlli e minori sono le probabilità – o
addirittura che tali parametri e controlli sono
irrilevanti. In realtà il 42% degli intervistati ha
dichiarato che “farebbero di tutto per ostacolare” la
disciplina e il controllo parentale.
Tutto il resto, guida e consigli,
feedback, senso di appartenenza alla famiglia, ha avuto
risposte tiepide – in linea forse con la sensazione che
gli imprenditori hanno bisogno di libertà. Quindi,
seppure non trascurabili, questi punti non sono degli
stimoli determinanti per l’imprenditorialità ma
integrano il complesso di stimoli più che esserne il
propulsore. Lo stesso si può dire delle attività
sportive.
Il punteggio è stato relativamente basso -
8% - anche quando al gruppo è stato chiesto di scegliere
sulla “Libertà di creare reti sociali”. Rispecchia la
risposta alla prima affermazione – “Possiedo una rete
interna ed esterna eccellente e le dedico un’attenzione
particolare”. Il lavoro in rete oltre a essere
considerato non qualificante come motore primario per
l’educazione all’imprenditorialità, non viene nemmeno
esercitato nella vita aziendale reale, dalla maggior
parte delle persone.
Il detto popolare dice “dove c’è lavoro
sporco c’è denaro” – come la scuola di imprenditorialità
di Barbara Taylor Bradford e Via col Vento (forgiato
dalle difficoltà). E’ dimostrato che non è così. L’88%
degli intervistati ritiene che una quantità sostanziale
o moderata di elementi materiali è uno degli elementi
costitutivi del giovane imprenditore. (Solo il 12%
farebbe di tutto per ostacolarli. Un intervistato ha
risposto alla domanda precedente dicendo che gli
elementi materiali erano importanti per sviluppare
“l’attitudine al combattimento”).
Essendo considerato di “importanza
sostanziale” – nonostante il punteggio basso in termini
di “il più importante” troviamo l’attività sportiva –
36% degli intervistati darebbero la possibilità di
praticarla.
L’87% considerava di importanza
sostanziale “altri fattori” – solo il 5% degli
intervistati ha dichiarato cosa intendeva che fossero.
Di questi suggerimenti, “i modelli di comportamento”
erano i più citati. Altri hanno citato dei fattori di
rilevanza morale come “responsabilità”, “rispetto”,
“valori famigliari”, “disciplina imparata” – e in un
caso “una educazione Cristiana”. Altri hanno parlato di
“fortuna” – concetto forse trascurato nella nostra epoca
estremamente analitica. Molti sostengono però che la
fortuna tende a favorire i perseveranti.
E se da un lato “Libertà di creare reti
sociali” ha avuto un punteggio basso come “più
importante”, dall’altro l’82% lo considera un valore
fondamentale nell’educazione all’imprenditorialità. E
persino alcuni – seppure si tratta di un gruppo molto
esiguo di persone – considerano la disciplina e il
controllo parentale un valore sostanziale. Sono stati
battuti ai voti. Il 42% farebbe di tutto per
ostacolarlo.
Parlando in generale, la graduatoria
degli elementi considerati di “importanza sostanziale”
si può riferire a quanto sopra in quanto chiunque
desideri crescere il proprio figlio da imprenditore usa
esattamente lo stesso mix di elementi!
|
Ambienti aziendali imprenditoriali
In relazione all’azienda per cui lavorano, si chiedeva “In
che misura sussistono le condizioni per stimolare
l’imprenditorialità?”
Risultati principali |
Conclusioni |
Quasi tutti i fattori di stimolo
all’imprenditorialità proposti sono stati indicati come
sostanzialmente o moderatamente presenti da circa
l’80-90% degli intervistati, quindi sono attivamente
ostacolati circa nel 10-20% delle volte – a seconda dei
fattori di cui si parla.
La presenza più sostanziale (circa tre quarti degli
intervistati ha detto che così era) è la “Libertà di
creare reti” su cui, come abbiamo visto in precedenza,
il campione degli intervistati non capitalizza appieno.
La libertà di espressione personale è presente in
circa la metà dei casi.
Anche lo spazio per sperimentare e assumere i rischi
è sostanzialmente presente in circa la metà dei
casi.
Uno su cinque intervistati ha affermato che “La
disciplina e il controllo manageriale”, d’altro canto,
era “sostanzialmente presente” – tuttavia uno su tre
intervistati ha affermato che era attivamente
ostacolato.
Gli incentivi finanziari sono stati definiti
“sostanziali” in quasi un terzo dei casi.
L’addestramento e l’apprendimento cognitivo erano
presenti “sostanzialmente” in circa il 40% dei
casi. |
Se confrontiamo la domanda
precedente, che riguardava gli elementi con cui gli
intervistati costruirebbero una famiglia che volesse
promuovere l’imprenditorialità e la mettiamo in
relazione con la “corporate family”, i risultati
dimostrano che la vita aziendale è relativamente in
linea con il contesto desiderato. Sebbene in pratica gli
elementi siano meno presenti che nella teoria, il quadro
complessivo segue gli stessi schemi.
Possiamo concludere che nelle aziende vi è
una indubbia corrente sotterranea di libertà – e laddove
si esercita qualche forma di controllo, questo non
soffoca assolutamente lo spirito imprenditoriale. Questo
è supportato dalla presenza di incentivi finanziari –
definiti “sostanziali” dal 30% degli intervistati e in
linea con la tendenza generale, definiti “presenti” dal
90%.
Forse ora stupisce maggiormente il fatto
che solo il 49% degli intervistati ritiene di godere di
una “sostanziale” libertà di espressione personale.
|
L’attuale capacità delle aziende di
supportare gli aspetti strutturali dell’imprenditorialità
Nelle organizzazioni anche l’imprenditorialità ha un
impatto sull’ambiente interno e impone che l’ambiente interno
sia strutturato in modo da consentirlo. Riguardo ad alcuni
specifici elementi vitali, è stato chiesto in che misura tali
elementi promuovano o al contrario ostacolino
l’imprenditorialità.
Risultati principali |
Conclusioni |
Sono i sistemi amministrativi e burocratici ad essere
considerati maggiormente di “indubbio ostacolo”
(dall’11% degli intervistati) e in misura minore in
assoluto di “totale supporto” (dal 2% degli
intervistati).
In nessun campo gli aspetti strutturali sono di
totale supporto per oltre il 14% del campione.
Le infrastrutture informatiche e la flessibilità
prodotti/servizi sono definite di sufficiente o totale
supporto da oltre metà degli intervistati – ed è proprio
questa materia che ha raggiunto il punteggio più alto in
assoluto. |
L’insoddisfazione nei confronti del
supporto strutturale all’imprenditorialità è
relativamente bassa – ma non si può neppure dire che
l’entusiasmo sia alle stelle.
Possiamo avanzare la conclusione che,
partendo da quanto emerge dalle risposte precedenti, il
20% circa del campione manifesta forti tendenze
imprenditoriali, il fatto che solo il 5% del campione
ritiene che i propri sforzi siano ostacolati dai
sistemi, è forse una notizia incoraggiante per chi
ricerca la creatività in azienda.
|
Le risorse destinate ai sistemi di supporto
dell’imprenditorialità
Abbiamo chiesto – “In quale misura ritiene che la sua
azienda dedichi delle risorse per essere in grado di sostenere
gli aspetti strutturali dell’imprenditorialità?”
Risultati principali |
Conclusioni |
Circa un’azienda su dieci (7%) considera come massima
priorità il supporto strutturale all’imprenditorialità –
nel senso della quantità di risorse che sono destinate a
migliorarla.
Quasi tre quarti delle aziende fa grandi sforzi per
mantenere o migliorare leggermente lo status quo.
Una percentuale minima di aziende sta effettivamente
ostacolando delle strutture che potrebbero supportare
l’imprenditorialità. |
Vedremo in seguito come le persone ritengono che
l’imprenditorialità sia vitale per la sopravvivenza di
intere organizzazioni.
Tuttavia l’indifferenza degli intervistati nei
confronti dei livelli di supporto esistenti – che
abbiamo visto all’ultima domanda – pare trovare
riscontro da parte dei manager che possono destinare
risorse per migliorare le cose.
Pochissimi ottimizzano la propria organizzazione
tanto da piazzarsi ai primi posti per il supporto dato
all’imprenditorialità. |
Reazioni emotive alle iniziative
imprenditoriali
Ciascuno degli esseri umani che vive all’interno delle
strutture, ha il suo temperamento. E’ stato chiesto come
reagisce dal punto di vista emotivo il senior management team
dell’azienda quando gli intervistati prendono delle iniziative
imprenditoriali e in che modo reagiscono i colleghi che non
fanno parte del management team. Risposta multipla.
Reazione |
Management |
Non-Management
|
Piacere |
15% |
16% |
Supporto |
41% |
41% |
Divertimento |
6% |
7% |
Sarcasmo |
4% |
5% |
Paura |
4% |
5% |
Prudenza |
30% |
28% |
Agitazione |
3% |
5% |
Irritazione |
5% |
5% |
Rabbia |
0% |
0% |
Confusione |
4% |
4% |
Nessun consenso |
7% |
7% |
Disaccordo fermo all’interno
del team |
2% |
2% |
Nessuna reazione di cui sono a
conoscenza |
8% |
8%
|
Risultati principali |
Conclusioni |
Tanto il senior management che i colleghi che non ne
fanno parte, reagiscono nel complesso in modo molto
simile nei confronti delle iniziative imprenditoriali. I
più frequenti sono il piacere (15%) e il supporto (41%).
La prudenza è citata dal 30% circa. Le reazioni
negative come l’irritazione, la confusione, il sarcasmo
o la paura sono, sempre ricordando le risposte alle
domande precedenti, citate ciascuna da circa il 5% delle
persone. Le iniziative imprenditoriali non suscitano mai
rabbia.
Il 7% ritiene che ci sono discrepanze nelle reazioni
del senior management e tra i colleghi che non ne fanno
parte. Ciò significa che per il 93% delle persone, le
risposte sono coerenti. |
Alla corrente sotterranea di libertà in relazione
all’imprenditorialità, possiamo ora aggiungere la
corrente sotterranea di positività. In ogni caso
comunque temperata dalla prudenza e in pochissimi casi
accolta da un aperto dissenso. |
Imprenditorialità - vitale per la
sopravvivenza? Tirando le somme, quanto è importante
l’imprenditorialità per i concetti principali, le
sotto-categorie della società e il business?
Risultati principali |
Conclusioni |
Il 62% degli intervistati considera
l’imprenditorialità vitale o molto importante per la
sopravvivenza dell’individuo
Il 70% ritiene che sia vitale o molto importante per
la sopravvivenza della società
Il 75% la considera vitale o molto importante per la
sopravvivenza dei team
L’89% - la percentuale più alta – per la
sopravvivenza di intere organizzazioni
Il 76% ritiene che sia vitale o molto importante per
la sopravvivenza del business globale
E’ trascurabile il dato relativo alle persone secondo
cui l’imprenditorialità è in generale una barriera,
irrilevante o abbastanza irrilevante.
Entro 20 anni, l’imprenditorialità sarà vitale o
molto importante per la sopravvivenza – secondo l’83%
degli intervistati. |
Quasi 9 persone su 10 considerano l’imprenditorialità
vitale, in misura maggiore o minore, alla sopravvivenza
dell’intera organizzazione.
Tuttavia a una prima occhiata non sembra esserci
nessun nesso coerente nel ragionamento degli individui
che costituiscono le organizzazioni o il network globale
del business o neppure la società che queste
organizzazioni servono. Forse perché non tutto il
campione in genere lavora nel mondo del business - un
gran numero appartenenti alla società trascorre la
propria vita lavorativa al servizio delle nostre
esigenze in termini di sanità, istruzione, governo,
amministrazione e difesa. |
Metodo
288 manager e addetti alle vendite di diversi paesi europei
hanno compilato il questionario online. Degli intervistati, il
52% si occupa di vendite. In termini di dimensioni delle
aziende, il 16% di coloro che hanno dato informazioni sulle
dimensioni della propria azienda lavora per organizzazioni con
100 dipendenti o meno. Il 25%, per organizzazioni tra i 100 e
i 1000 dipendenti e il 28% per organizzazioni con oltre 1000
dipendenti. Erano rappresentati diversi settori e quello che
da solo costituiva la presenza maggiore, del 10%, era quello
delle finanze. L’indagine è stata svolta dall’information
management department di Krauthammer International e il
commento è stato curato dal marketing department.
Krauthammer International
Krauthammer International è una società di consulenza per
la formazione e l’addestramento che fungendo da catalizzatore
aiuta le persone e le aziende a passare da un "know-how"
generico (per esempio, l’accordo sulla cultura aziendale
auspicata) al "show how" (la capacità di agire in linea con la
cultura aziendale auspicata).
I consulenti Krauthammer International sono scelti per la
capacità di esplicare la propria funzione di training /
addestramento incentrata sull’attività pratica, agendo “sotto
pelle”. L’omogeneità sul piano internazionale e lo sviluppo
costante della professionalità dei consulenti sono assicurati
dalla Krauthammer University che ogni consulente frequenta per
4 – 5 settimane all’anno.
Fondata nel 1971, Krauthammer International ha 140
consulenti a tempo pieno, responsabili dei programmi di
formazione in oltre 51 paesi, con un portafoglio clienti che
annovera 150 delle 500 società più importanti.
Fasi successive
Vuoi saperne di più? Rivolgiti a Steffi Gande 00 32 2 359
96 90, Steffi_Gande@krauthammer.com
La Scuola
Internazionale di Imprenditorialità
Se credi, come nove persone su dieci,
oppure se così crede qualcuno del tuo staff, che
l’imprenditorialità sia vitale per la sopravvivenza
delle organizzazioni, ti farà piacere sapere che
Krauthammer International ha elaborato un metodo
innovativo per insegnarti a sviluppare la tua
imprenditorialità.
La Scuola Internazionale di Imprenditorialità offre
il meglio sul piano teorico e pratico, è all’avanguardia
nell’arena internazionale, è pragmatica, aperta alla
discussione e mira al nocciolo delle questioni. Un team
d’eccezione di imprenditori Krauthammer, gli specialisti
culturali Trompenaars-Hampden-Turner e i tuoi colleghi
provenienti da tutto il mondo, si riuniranno a Londra
dove potranno scegliere tra numerose proposte adatte ad
ogni esigenza, dal pacchetto di una settimana alle
sessioni personalizzate di due ore. Il nostro obiettivo
è esplorare, sondare, raccogliere, testare, e
perfezionare sul piano teorico e pratico
l’imprenditorialità internazionale.
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